Il SONNO NEI BAMBINI 0-3


Differenze tra il sonno dei bambini e quello degli adulti: impariamo a conoscerle

Fino ai 3-4 anni di vita i bambini presentano un sonno molto diverso rispetto a quello degli adulti; è importante  aiutare i genitori a riconoscere e a differenziare la presenza di un possibile problema del sonno da una difficoltà temporanea legata ad una tappa nello sviluppo oppure ad altre variabili individuali o relazionali, e ridimensionare ansie e paure legate ad un argomento ancora spesso circondato da un alone di miti da sfatare.

Grazie all'utilizzo di tecniche come l'EECG (misura le variazioni ritmiche dell'attività del cervello) e di diagnostica per immagini(neuroimaging) è stato possibile documentare la differenza tra sonno adulto e sonno del bambino.

Negli adulti troviamo vari cicli durante la notte composti da 4 stadi di onde lente / sonno tranquillo (passaggio graduale da sonnolenza a sonno sempre più profondo: progressivamente rallenta il ritmo cardiaco e si riduce la tensione muscolare) e 1 stadio di onde simili alla veglia (detto sonno REM) di durata maggiore nella 2°parte della notte (al contrario lo stadio 4 di sonno profondo è maggiore nella 1° parte). Nei bambini invece il sonno REM è diverso: sembra più agitato rispetto agli adulti (smorfie, respiro irregolare, movimenti del corpo, pianto...). Il Sistema nervoso infatti non è ancora maturo ed è quindi meno efficace nel bloccare i segnali che partono dal cervello in direzione dei muscoli. Bambini fino ai 4 anni circa presentano solo due fasi: sonno tranquillo/sonno attivo, con una fase di transizione fra i due. Verso i 4 anni, di pari passo con una maggiore maturazione cerebrale, osserviamo come il sonno diventa più tranquillo .

Come distinguere un problema di sonno da una difficoltà temporanea?

Che cosa si intende per problemi di sonno nei bambini? Uno dei principali problemi di sonno riportato dai genitori sono  i frequenti risvegli notturni, che nei bambini fino ai 3 – 4 anni circa sono assolutamente normali e fisiologici. Nella maggior parte dei casi i genitori non se ne accorgono (i figli si riaddormentano in modo autonomo) o necessitano di un intervento minimo (una carezza o il ciuccio per esempio). Quando richiedono invece l'intervento importante del genitore e un lungo tempo per riaddormentarsi possono essere percepiti dallo stesso come faticosi e problematici.



Non possiamo parlare di problemi del sonno durante gli scatti di crescita ( i bambini infatti si svegliano più spesso per mangiare),e nemmeno in corrispondenza delle tappe di sviluppo (dove si osservano delle regressioni temporanee nello sviluppo, che non è un processo lineare, ma discontinuo e comprende passi in avanti, pause e passi indietro).  Ogni bambino cresce in modo diverso e con tempistiche diverse che vanno rispettate e accolte; il compito del consulente del sonno è proprio questo, prevenzione e sostegno, accompagnamento e ascolto.

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